02/2024

Mensili da VILLA ROMANA – 02/2024

di Elena Agudio

Stiamo vegliando. Vegliando per tenere alto il livello di attenzione reciproca. Vegliando per celebrare un passaggio.
Il mese di febbraio è stato un mese di rinascita, con la casa che ha riaperto le sue porte e spalancato le sue finestre come occhi aperti sulla città. Dopo due mesi di ricerca endotica e di lavoro d'ufficio - dicembre e gennaio sono sempre un momento di transizione tra un gruppo di artisti e un altro che abita la Villa - il programma di Villa Romana è ripartito, dando il benvenuto all’arrivo dei nuovi Villa Romana Fellows presso la nostra House For Mending, Troubling, Repairing: Ruben D'Hers, Tuli Mekondjo, Monai de Paula Antunes, Sergio Zevallos.

È stato l'inizio di un nuovo ciclo. Un ciclo che ci siamo sentiti spinti a cominciare riconoscendo la necessità di fermarsi e di soffermarsi, la necessità di riunirsi e vegliare insieme. Viviamo in tempi tremendamente complessi e dolorosi, tempi in cui come artisti e operatori culturali sentiamo l'urgenza di mobilitarci di fronte alle atrocità a cui siamo chiamati ad assistere, trasmesse su ogni media e normalizzate nella nostra vita quotidiana. È sullo sfondo di questo clima e nel rispetto di queste vittime che Villa Romana ha iniziato il suo programma 2024 con Notes on the Wake. Rhapsody and Lamentations in Three Acts: una mostra urgente e commovente, curata dalla nostra Mistura Allison, che risponde alla cornice del ricco programma di Black History Month Florence 2024 - questa edizione incentrata sul tema Whole Rest, e che si sviluppa come riflessione e "reazione alla stanchezza che deriva dall'avere a che fare con una certa insensibilità culturale, in cui le comunità emarginate sono spesso tenute a difendere la loro esistenza, mentre i loro prodotti culturali sono estratti e sfruttati per la conoscenza, il profitto e il potere", come scrive Justin Randolph Thompson.[1] Notes on the Wake è stata inaugurata lo scorso 16 febbraio e ha visto la partecipazione di alcunə dellə artistə più interessantə che potessimo riunire: Leo Asemota, Lerato Shadi e Helena Uambembe. Ispirandosi alla ricerca di Christina Sharpe[2], la mostra propone il "lavoro del risveglio (wake work)" come luogo di produzione artistica, resistenza, coscienza e possibilità di vivere nella diaspora, offrendo una riflessione su un modo per continuare. Insieme.

La serata dell'inaugurazione ha rappresentato per noi un momento significativo, in un giorno in cui un'altra tragedia sul lavoro si è consumata, in un cantiere qui a Firenze, e cinque persone hanno perso la vita. Mentre alcuni spazi culturali della città sospendevano la loro programmazione in segno di rispetto, noi abbiamo deciso invece di abbracciare simbolicamente le vittime dell'incidente e di vegliare anche per loro, pensando ovviamente intensamente a tutte le vittime degli atroci conflitti che si stanno consumando in questo momento nel mondo, ai bambinə, alle donne, alle persone vulnerabili, a tutti gli uomini che stanno perdendo la vita in modo violento, e che potrebbero invece essere protettə. Le performance di Naomi Kelechi Di Meo, di Leo Asemota e di Helena Uambembe ci hanno aiutato ad articolare l'inarticolabile. Siamo grati per la loro presenza e per la loro generosità e condivisione. Abbiamo trascorso serate e giornate di grande trasformazione insieme (e abbiamo anche vissuto momenti drammatici, rimanendo impantanati con l'auto nel fango, molto letteralmente! mentre recuperavamo i materiali per la mostra ☺), abbracciando momenti di reciprocità e di ispirazione.

Le nostre discussioni e pratiche collettive sono state ulteriormente arrichite dagli ospiti - artistə, accademicə e operatorə culturali - che hanno contribuito alla vita della Villa partecipando al progetto Like Swarming Maggots: come ulteriore modo per aprire spazio e contesto ai nostrə nuovə borsistə, sabato 17 febbraio abbiamo ospitato una giornata di workshop e presentazioni con l'artista Alessandra Ferrini, che ha lanciato una pubblicazione e un progetto di ricerca finanziati dall’Italian Council: in occasione dell'inaugurazione della mostra Unsettling Genealogies di Alessandra al Museo del Novecento di Firenze, Tewa Barnosa (artista ospite a Villa Romana per un mese), NiccolòAcram Cappelletto, Amalie Elfallah e Sarri Elfaitouri hanno presentato le loro ricerche e indagato insieme a noi pratiche archivistiche tra Libia e Italia. Un momento pubblico, per presentare la ricerca e il dialogo alla base dell'omonimo progetto editoriale che Alessandra Ferrini lancerà a breve, pubblicato con la piattaforma editoriale indipendente Archive Books e in collaborazione con Villa Romana, grazie al generoso sostegno di Italian Council. A breve, vi faremo sapere di più!

Durante i 29 giorni di febbraio, molteplici sono state le occasioni per celebrare la IX edizione del Black History Month Florence e il programma elaborato da The Recovery Plan e dalla sua comunità: abbiamo ospitato una cena memorabile con gli ospiti internazionali che hanno partecipato alla residenza YGBI e al progetto di retreat Repose as Resistance, abbiamo riattivato la tradizione dello scorso anno del Sunday Healing Lunch e abbiamo collaborato all'inaugurazione della mostra personale di Hamedine Kane Le Code Noir, attuale Fellow di Villa Medici. Siamo grate anche per la visita di CAMPO – il programma internazionale di studi curatoriali della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, guidato dal curatore Bernardo Follini – per una guided tour della nostra mostra e per studio visits con i nostri fellows.

Nel formato del dispaccio, è pressoché impossibile trasmettere la densità delle riflessioni e dei momenti trasformativi che abbiamo potuto vivere insieme in questa nuova stagione a Villa Romana. Siamo grate a borsistə, a artistə ospitə che sono statə di passaggio e a quellə che sono rimasti qui più a lungo, come l'artista e curatrice Tewa Barnosa e l'artista Helena Uambembe, che presto partiranno dopo un mese con noi, per lasciare spazio a nuovə ospitə che sono arrivati in questi giorni alla casa, Zineb Achoubie e Lorenzo Sandoval. Non solo questə artistə hanno coabitato la casa e trovato spazio per concentrarsi sulle loro pratiche e ricerche individuali, ma sono anche venutə ad accogliere i nostri Fellows 2024, sostenendoci nel processo di making home per loro, offrendo ulteriore contesto e condividendo alcune delle loro indagini in relazione all’Italia e alla casa, e preparando il terreno per lo sviluppo di ulteriori progetti. Lo stesso hanno fatto artistə Niccolò Moronato, Alice Jasmine Crippa e Prince Ebo Asford, che hanno trascorso un paio di giorni in Villa per preparare la prossima Trattoria Guaiana, un'esperienza multisensoriale e un progetto ispirato alla storia del progetto coloniale mediceo abbandonato nella regione oggi conosciuta come Guyana Francese nel 1608. Con loro abbiamo avviato collaborazioni con diverse iniziative artistiche locali indipendenti, laboratori e aziende, tra cui Lottozero a Prato, Fondazione Bisonte a Firenze e Fondazione Bitossi a Montelupo Fiorentino.
Non vediamo l'ora di condividerne di più con voi e di prenotarvi un posto a tavola per una delle prossime serate in Trattoria!

[1] Justin R. Thompson, “Black History Month Florence 2024”, in The Florentine, 29 Jan 2024: https://www.theflorentine.net/2024/01/29/black-history-month-florence-3/

[2] Christina Sharpe, In the Wake: On Blackness and Being, 2016, Duke University Press.

(After)Word
di Mistura Allison

La parola di questo mese è Veglia*.

La veglia cattura il paradosso del movimento e dell'immobilità, riflettendo sullo stato sospeso di nostalgia, memoria e attesa che definisce la condizione Diasporica.

La veglia è ospitata nella House for Mending, Troubling, Repairing.

La veglia è una meditazione sul rumore statico della memoria, sui modi in cui il passato si riverbera nel presente e sugli echi silenziosi che danno forma ai contorni dell'identità Diasporica. È una conversazione con il tempo, con la perdita, con i sé che portiamo con noi e con quelli che ci lasciamo alle spalle.

La veglia è un coro di gioiosi lamenti guidati da donne Nere sovrane, mentre ci viene raccomandato di continuare a testimoniare, di continuare a creare villaggi conviviali e collaborativi.

La veglia è plurale.

*grazie Christina Sharpe.

SAVE THE DATE!

*Fino al 30 Marzo 2024
Notes On The Wake. Rhapsody and Lamentations in Three Acts

Aperta dal martedì al venerdì, dalle 10.00 alle 18.00


La mostra è un invito critico al lutto e al buon riposo in tre atti, attraverso le pratiche di Leo Asemota, Lerato Shadi e Helena Uambembe.

A cura di Mistura Allison, nell'ambito di Whole Rest, IX edizione del Black History Month Florence.

*Per tutto il mese, apriremo le nostre porte per farvi conoscere le ricerche che si stanno svolgendo nella casa, e in particolare un momento pubblico nell'ultimo fine settimana di marzo con i nostri ospiti Zineb Achoubie e Lorenzo Sandoval, che presenteranno il loro progetto Acous/Eco/Oikos - una ricerca artistica a lungo termine che si tradurrà in una serie di tessuti e dispositivi modulari per creare spazi di incontro, affrontando i temi dell'acustica, della domesticità e dell'economia circolare.

* Mercoledì 20 Marzo 2024
Intelligenze naturali, artificiali e sociali: una prospettiva decoloniale
19:00 - 20:30


Siamo inoltre lieti di invitarvi alla conferenza di Matteo Pasquinelli, organizzata in collaborazione con Tiziano Bonini Baldini e il Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell'Università di Siena: Pasquinelli, autore di The Eye of the Master - A Social History of Artificial Intelligence (Verso), è dal novembre 2023 Professore Associato in Filosofia della Scienza presso il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell'Università Ca' Foscari di Venezia, dove coordina il progetto di ricerca ERC AIMODELS. Siamo molto felici di accoglierlo a Firenze e di ospitare una tavola rotonda e una conversazione con la nostra borsista Monai de Paula Antunes, il nostro guest artist Lorenzo Sandoval e altri ospiti.

PERIOD!
di Maike Wild

Ricette Evergreen
di Claudia Fromm

Frittata di Urtica dioica (ortica comune) e Galium aparine (´attaccamani´)

Ecco le piante selvatiche in questo periodo più diffuse in giardino: l'ortica e il galium. Le loro proprietà curative vengono già citate nei testi di Plinio Il Vecchio e sono ottime in cucina, per esempio per preparare una frittata gustosissima e nutriente!

Ingredienti:
300g Ortiche
15-20 cimette di Galium aparine (´attaccamani´)
3 Scalogni  
5 Uova
40g di Parmigiano da grattugiare
Sale
Pepe
Olio di oliva extra vergine

Preparazione:

Per preparare le ortiche, indossate dei guanti in lattice. Sfogliate l’ortica, eliminando gli steli e conservando solo le foglie.  Mettete a bagno le foglie di ortica e le cimette di galium in acqua fredda, lavatele accuratamente e scolatele bene. Fate sbollentare le foglie di ortica per pochi minuti, poi fatele saltare insieme alle cimette di galium nel soffritto degli scalogni per 5 minuti. Rompete le uova in una ciotola con un pochino di acqua, quindi salatele e pepatele. Unite il parmigiano grattugiato e montate il tutto con una frusta da cucina. Versate le uova sulle verdure e uniformate il tutto, assicurandovi che l’uovo ricopra tutto il fondo della padella
Coprite con un coperchio e lasciate cuocere per circa 8 minuti a fuoco lento, poi girate la frittata con l’aiuto del coperchio e lasciate cuocere l’altro lato per altri 4 minuti senza coperchio. Quando il composto presenterà una consistenza più densa e un colore più scuro, impiattate la vostra frittata di ortiche e galium e servitela tiepida o fredda.

Buon appetito!

PEPITE - Sonic Nuggets
dall'Archivio di Radio Papesse

A walk through my Cũcũ's farm della sorprendente compositrice Nyokabi Kariũki, un breve brano sonoro in Kiswahili e Kikuyu - presentato al Lucia Festival 2021 - che ci accompagna attraverso Githũnguri, in Kenya, nella fattoria dei nonni di Nyokabi, dove si è ritrovata a prestare maggiore attenzione alla terra, ai fiori, ai frutti, alle foglie, agli uccelli, alle mucche, alle lingue che parla con sua nonna. Sembrava che gli spazi tra un albero di avocado e l'altro, la quiete tra una conversazione e l'altra, i suoni della natura le insegnassero silenziosamente a godere di questi piccoli momenti con la famiglia. Qui potete ascoltarlo con i sottotitoli:
https://www.luciafestival.org/it/lavoro/a-walk-through-my-cucus-farm/

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