05/2024

Mensili da VILLA ROMANA – 05/2024

di Elena Agudio

Ci è voluto un po' più di tempo per formulare questo dispaccio. La ragione è che nelle ultime settimane abbiamo cucinato senza interruzione, marinando e riflettendo ininterrottamente sui diversi ingredienti e sulle ricette che abbiamo meticolosamente preparato negli ultimi mesi. E ospitando amici e avventori. Ecco quindi arrivare la nostra lettera da Villa Romana sotto forma di ricetta vera e propria. Una ricetta scritta tra i tavoli e la cucina della nostra Trattoria Guaiana.

Lavatevi le mani, preparate tutte le spezie. Tenetele sempre a portata di mano per tutta la lettura. Iniziate a tagliare il platano, il pecorino, i pomodori e il taro. Sbucciate il cactus.

Lasciate che gli ingredienti prendano confidenza tra loro. In realtà lo fanno naturalmente, ma alcuni di voi potrebbero aver bisogno di un momento per interiorizzare la cosa e preparare il proprio corpo a “registrare” i diversi sapori e consistenze.

Prendetevi un momento per voi.

Guardate con noi indietro alle ultime settimane del nostro programma.

Mai. Il modo di scrivere il mese di maggio in tedesco evoca concetti di atemporalità e di assenza di tempo, se pronunciato in italiano. Maggio, mai. Ma maggio è invece sempre il momento in cui tante cose si trasformano, accadono, si evolvono. Quest'anno lo hanno fatto sullo sfondo di una crisi internazionale e umanitaria a cui è stato ed continua ad essere doloroso assistere.

Per noi di Villa Romana, il mese e le settimane scorse sono state particolarmente significative e ricche. Come una delle date più importanti dell'anno, il primo Maggio apre sempre una nuova stagione e crea un clima di rispetto per il lavoro dei colleghi, stimolando il sostegno reciproco. Dopo più di un anno di collaborazione, il nuovo team di Villa Romana ha trovato un rigenerato flusso di interconnessione e sinergia, e il clima che si respira nella casa è quello di una polifonia all'unisono, con tutti gli abitanti che canalizzano ritmi e energie in una direzione collaborativa.

Per tutte queste settimane la casa è stata piena, con i borsisti molto attivi nei loro studi e i residenti del giardino intenti a sperimentare e testing grounds nel giardino. Monaí de Paula Antunes, una delle nostre borsiste di Villa Romana, sta in particolare navigando sia lo spazio dello studio che quello del giardino come un ricettacolo e contenitore di idee e pratiche: lo fa spesso insieme alle sue due figlie e agli altri bambini di Villa Romana, mentre suo marito, il musicista nikoLFO, si occupa di piantare semi e nutrire le nostre numerose piante con grande cura.

All'inizio del mese una giuria organizzata da ERIAC (European Roma Institute for Arts and Culture) ha selezionato i prossimi residenti di ERIAC/Villa Romana: i giurati Maria Lind, Timea Junghaus, Daniel Baker, io e l'ex residente di ERIAC/Villa Romana Robert Gabris. Tra diverse interessanti application, la giuria ha deciso di selezionare all'unanimità i due artisti: Charly Bechaimont e Lila Loisse. Gli artisti vivranno con noi nella Villa i prossimi mesi di settembre e ottobre. Siamo molto contenti di accoglierli presto!

Tornate ai vostri ingredienti e iniziate a preparare l'incontro tra i diversi elementi seguendo le ricette open-source che trovate sul sito della nostra Trattoria. Questo richiede molto lavoro e una certa esperienza, vi suggeriamo di sintonizzarvi ai suggerimenti dello chef Prince Asford!

Nel frattempo, trovate un secondo per tornare a noi e continuare ad assaporare un po' dell'atmosfera che sta crescendo a Villa Romana. Queste sono state le ultime settimane di scuola per molti bambini fiorentini. I ragazzi di Villa Romana hanno tenuto impegnati i loro genitori e amici con molte presentazioni e recite, cosa che ci ha reso felici e allo stesso tempo ci ha sfinito ☺.

Lo scorso 10 Maggio abbiamo anche celebrato una delle nostre occasioni più importanti dell'anno, ospitando in Villa la Kuratoriumsitzung dell'associazione Villa Romana. Siamo stati onorati dalla presenza e dal supporto del nostro consiglio direttivo e dall'attenta cura dei membri del Kuratorium. La casa intera è stata in fermento. Vorremmo cogliere l'occasione di questa lettera per riconoscere il l’importanza del lavoro e del supporto di alcune persone straordinarie che hanno reso il terreno di Villa Romana fertile e stabile.

Tutti gli artisti della casa e il team hanno potuto celebrare con noi una rinnovata unione.

Mentre mettete alla prova le vostre capacità nel cucinare qualcosa che probabilmente non avete mai preparato prima, riconoscete il vostro talento e iniziate a interpretare, a usare le spezie seguendo il vostro intuito - e a vostro rischio e pericolo. È risaputo che il mondo si divide tra coloro che provengono da culture che hanno coltivato una profonda conoscenza di come cucinare alcune spezie (culture che ancora oggi lottano per preservare una certa segretezza su questa conoscenza), e coloro che hanno accesso a tutte le possibili spezie del mondo, ma non sanno davvero come usarle o come valorizzarle. Analizzate e interiorizzate la vostra posizionalità, quindi scegliete il vostro “posizionamento” politico mentre cucinate - o mantenete attiva la vostra sensibilità in tal senso. Iniziate a cuocere a fuoco lento.

Il 20 e 21 maggio abbiamo avuto il privilegio di essere invitati dalla curatrice Ane Rodríguez Armendariz presso la Real Academia de España en Roma per condividere prospettive, pratiche e idee di cura con altri progetti di residenza. Un'esperienza significativa e un'occasione per imparare gli uni dagli altri provocando una discussione aperta e una riflessione sul senso delle residenze per artisti in questo tempo.

Il 30 maggio abbiamo inaugurato a Berlino - presso l'artist-run space after the butcher - la mostra Greater Than The Sum of Our Parts, che celebra l'incredibile lavoro dei Villa Romana Fellows 2022, intrecciati ad echi dei Fellows 2023. L'inaugurazione ha presentato il primo di due capitoli, con la partecipazione di Neda Saeedi, Haure Madjid, Jessica Ekomane e Samuel Baah Kortey. Il 30 giugno vi invitiamo a un finissage e il 4 luglio all'apertura del secondo capitolo, con Jasmina Metwaly, Alexander Skorobogatov, Diana Ejaita e Pınar Öğrenci. La mostra riflette su concetti e pratiche cruciali che abbracciamo qui a Villa Romana: quello della interdipendenza, della fellowship e della polifonia. Il progetto riflette su forme di aggregazione che generano eccesso e allo stesso tempo sostenibilità, articolando spunti sull’idea di molteplicità che non possono essere spiegate come un'accumulazione meccanica o un'aggiunta di cose. In questo incontro di opere e persone, ci chiediamo: come possiamo spiegare l'extra, il più-che, il più grande-che, quella situazione che si genera quando compagne, compagni, esseri interdipendenti creano qualcosa che supera la semplice aggiunta di quelle cose. Questa è l'alchimia degli incontri; ciò che lega insieme ciò che altrimenti andrebbe in pezzi.

La vostra ricetta ora ha solo bisogno di attenzione per la fase finale. Potete assaggiare il sapore e continuare a interpretare la ricetta fino a raggiungere la consistenza che il vostro palato è pronto a gustare.

Componete il vostro piatto e pensate al modo in cui presentarlo ai vostri ospiti.

In occasione della Festa della Repubblica Italiana, lo scorso 2 giugno, abbiamo finalmente inaugurato Trattoria Guaiana, un esercizio domestico di Villa Romana ideato e realizzato dall'artista Niccolò Moronato, dallo chef Prince Ebo Esford e dalla ricercatrice Alice Jasmine Crippa. Un'occasione per fare i conti con un progetto coloniale dimenticato voluto da Ferdinando I de' Medici nel 1608 e poi abbandonato dal suo successore, il figlio Cosimo II. Tre dei nostri borsisti di quest'anno sono cittadini tedeschi di origine latino-americana; due delle persone che curano la casa sono italiane: nessuno di noi però era a conoscenza dei dettagli di questo progetto coloniale e siamo estremamente grati per gli spunti infiniti e precisi dettagli ricevuti dai nostri guest artists. Nella nota curatoriale al progetto scritto dalla mia collega Mistura Allison, Trattoria Guaiana: on footnotes, glitches and creolisation, si legge: "La violenza del colonialismo sul cibo non è semplicemente una nota storica a margine, ma un processo continuo che influenza le pratiche culinarie contemporanee. Le potenze coloniali, nella loro ricerca di controllo, non solo hanno soggiogato le persone, ma hanno anche sconvolto e riconfigurato i sistemi alimentari locali. Questo sconvolgimento è evidente nei modi in cui gli ingredienti indigeni e le tecniche culinarie sono stati appropriati, trasformati e spesso svalutati a favore dei gusti europei. Il lavoro fondamentale di Sidney Mintz sullo zucchero mette in evidenza come la domanda coloniale di dolcezza abbia portato allo sfruttamento della manodopera africana e alla trasformazione dei paesaggi agricoli nei Caraibi (Mintz, 1985). Questa narrazione di sfruttamento e trasformazione è uno sfondo critico per comprendere la pratica di Moronato/Asford/Crippa, che cerca anche di reclamare e ricontestualizzare le tradizioni culinarie di una Guaiana Toscana."

È praticamente impossibile cercare di tradurre in parole l'esperienza multisensoriale che questo progetto mobilita. Quello che è certo è che l'esperienza non è solo quella razionale di incontrare la ricerca, conoscere la storia e mangiare in Trattoria, ma è un'esperienza più forte, fisica ed emotiva, fatta di tracce di nuovi sapori, odori e situazioni che si registrano nella memoria del nostro corpo e che alla fine ci accompagneranno a lungo. Oltre ai pranzi e alle cene che la Trattoria ha servito, il programma ha previsto anche una serie di conferenze e interventi, tra cui:

- una fantastica sessione live di Radio Papesse: un viaggio sonoro e narrativo tra le ricette della tavola di Villa Romana, con consigli pratici per la cucina di tutti i giorni attraverso i retroscena dell'identità culinaria italiana

- una conversazione con Guia Rossignoli (restauratrice, Opificio delle Pietre Dure), Francesca Bigoni (curatrice, Museo di Antropologia ed Etnologia, SMA Università di Firenze), Fausto Barbagli (ornitologo, Museo La Specola, SMA Università di Firenze) e Niccolò Moronato (artista): alla ricerca delle storie dimenticate degli “Indiani della Chiana” (sic), i sei rappresentanti indigeni giunti a Firenze a seguito della spedizione Thornton del 1608 e rimasti intrappolati in Europa. Un viaggio attraverso manufatti, monumenti, luoghi, cibi e bevande per riallacciare i fili perduti della storia coloniale toscana e della presenza indigena e razziale nell'Italia del XVII secolo.

- una conversazione tra Lia Markey (Newberry Library, Chicago) e Samir Boumediene (attualmente borsista presso I Tatti, il Centro di studi sulla reintegrazione italiana dell'Università di Harvard a Firenze), moderata da Niccolò Moronato, per discutere della spedizione coloniale medicea e delle politiche alimentari che essa mobilitò

- una grigliata di cactus e platani per celebrare l'apertura del Giardino Manteo, un omaggio all'unico sopravvissuto dei sei amazzonici arrivati in Italia con la spedizione

- il 26 giugno la Trattoria ospiterà uno screening di Il Moro (2021), con un dibattito a seguire insieme alla regista Daphne di Cinto.

Dopo un'intera settimana ricchissima di eventi e tavoli, la Trattoria rimane aperta come installazione e come scenario per interventi dei borsisti di Villa Romana pronti ad attivare lo spazio arricchendolo di ulteriori criticità e posizionalità.

Venite a trovarci fino al 14 luglio e tenete d'occhio i prossimi eventi!

SAVE THE DATE!

ECLITTICA. ESERCIZI DI ALLINEAMENTO COSMICO

Il prossimo appuntamento è programmato per il 21 giugno, segnatelo in calendario!!! Celebreremo il solstizio d'estate con una serie di esercizi e incantesimi: performance, interventi vocali, laboratori in giardino, concerti e musica dal vivo a cura degli artisti della casa di via Senese 68 e di alcuni ospiti. Nel giorno più lungo dell'anno, ci fermeremo, osserveremo e cercheremo di risintonizzarci con ordini cosmici più grandi di noi: la devastazione ecologica e la crisi generale che stiamo vivendo in questo momento nel mondo ci spingono a guardare oltre il “nostro giardino”, oltre la nostra arroganza antropocentrica, e a riallacciare quel rapporto con ordini e ritmi cosmici superiori che sembriamo aver impoverito nel corso dei secoli.

I borsisti di Villa Romana, i nostri garden residents e ulteriori ospiti, come Antonina Nowacka e nikoLFO, metteranno a punto un programma completo a partire dalle 16.00 fino a tarda notte nel nostro giardino.

Il progetto è realizzato in collaborazione con ooh-sound e Nub Project Space.

PEPITE - Sonic Nuggets
dall'Archivio di Radio Papesse

Qualche anno fa, ospiti di Pollinaria, i Futurefarmers hanno condotto una mappatura dei grani antichi abruzzesi: la Solina, ma anche la Ruscia, la Rosciola, il Senatore Cappelli, grani che hanno viaggiato, nello spazio e nel tempo, sono mutati, hanno trovato casa altrove.

A coltivarli, ancora oggi, alcuni agricoltori che hanno reintrodotto semi e pratiche di condivisione e scambio che mal si accordano con le leggi nazionali e europee di certificazione dei semi. Radio Papesse li ha seguiti per un'estate e ha prodotto La Banda dei Grani Antichi, una serie per TRE SOLDI di Radio 3 RAI e ne ha parlato al MaXXI, con Radio Instabile e insieme a agronomi, agricoltori, artisti, esperti di radio e beni comuni.

(After)Word
di Mistura Allison

La parola del mese è Glitch*.

Ho riflettuto profondamente sul concetto di glitch, in particolare attraverso la lente del lavoro di Legacy Russell. Il glitch, nella sua essenza, è una disruzione, un momento in cui il flusso atteso viene interrotto, rivelando strutture e pregiudizi sottostanti. Questa idea è diventata una lente attraverso cui esamino la complessa interazione tra storia, cultura e potere, soprattutto nel contesto del colonialismo e delle sue eredità durature.

Riflettendo sul colonialismo italiano, il glitch diventa uno strumento per mettere in discussione le versioni edulcorate della storia che permeano la coscienza pubblica. Ci sfida a confrontarci con le cancellazioni e le omissioni, spingendoci a riconoscere le brutali realtà dello sfruttamento e dell'oppressione coloniale. Questa disruzione non è solo un esercizio accademico, ma un atto necessario di memoria e risignificazione.

Il concetto di autenticità nel cibo è un'altra area in cui il glitch rivela profonde eredità coloniali. Le tradizioni culinarie sono spesso romanticizzate come pure e intatte, eppure sono profondamente influenzate da storie di incontri forzati e volontari. Chi ha l'autorità di definire cosa è tradizionale o autentico in questo contesto?

Utilizzando il glitch come metodo, possiamo smantellare il mito della purezza e dell'autenticità culinaria. Possiamo iniziare ad apprezzare il cibo come un archivio vivente di resilienza culturale e adattamento, dove i piatti tradizionali non sono reliquie del passato, ma incarnazioni dinamiche di incontri e scambi storici.

Il glitch ci incoraggia ad abbracciare l'inatteso e l'anomalo, a vedere questi momenti di disruzione come opportunità di impegno critico e trasformazione.

Nella nostra continua esplorazione di questi temi, che possiamo continuare a cercare e amplificare i glitch che sfidano le nostre supposizioni e ampliano i nostri orizzonti.

*grazie Legacy Russell

Platano Mantecato
di Trattoria Guaiana

Ingredienti:

- 250g di platano maturo bollito

- 60-70g di pecorino stagionato

- 1-2 foglie di salvia medio-grandi

- 6g di salsa di soia affumicata

- Sale e pepe a piacere

- Pangrattato a piacere


Note di processo:

1. Taglia il platano con la buccia ancora attaccata in pezzi di circa 3-4 cm di spessore. Scarta le estremità e fai bollire in acqua salata per 15-20 minuti, fino a quando sarà morbido. Rimuovi la buccia, scolalo grossolanamente e lascialo raffreddare all'aria.

2. Metti il platano insieme a tutti gli altri ingredienti solidi in un frullatore e frulla fino a ottenere un composto omogeneo.

3. Aggiungi gradualmente la salsa di soia affumicata, regolando a piacere. In alternativa, puoi usare una salsa umami a tua scelta.

4. Aggiungi pecorino, pepe e/o pangrattato a piacere fino a raggiungere la consistenza e l'equilibrio di sapore desiderati.

5. Spalma generosamente su pane caldo, focaccia o schiacciata toscana. In alternativa, regola la consistenza con il pangrattato e usa il composto come ripieno per pasta fresca.

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