"Silhouette, On the Face of the Moon, Am I". Con queste parole l'artista Afroamericano Richard Bruce Nugent esprimeva nella sua poesia "Shadow" un doppio tipo di solitudine: quella di essere stigmatizzato sia dal punto di vista della sua identità etnica, sia del suo orientamento sessuale. Era il 1925, agli albori del periodo di fioritura della storia moderna Afroamericana noto come Rinascimento di Harlem. Negli anni successivi Nugent adottò il motivo della silhouette nel regno visivo della sua sinuosa arte grafica per esprimere sia scene vibranti della vita notturna e dei circoli queer di Harlem, sia agghiaccianti illustrazioni di omicidi per linciaggio. Così facendo, ha evocato esperienze identitarie ambigue, fluide e intersecanti attraverso la metafora visiva e verbale della silhouette e dell'ombra.
Questi scorci della produzione artistica di Nugent ci introducono nei modi in cui vari artisti dell'epoca, da Aaron Douglas a Jacob Lawrence, da Lois Mailou Jones a Romare Bearden, adottarono la silhouette come motivo visivo per la rappresentazione sia dell'io che della comunità. Tuttavia, è sorprendente notare come, attraverso le sue caratteristiche intrinseche di riduzione, generalizzazione e anonimato, la silhouette sembri contrastare visivamente e concettualmente gli obiettivi perseguiti all'epoca di opporsi agli stereotipi negativi sulla comunità Afroamericana, di affermare il suo multiforme contributo alla più ampia società americana e di stabilire una complessità delle identità Black. Le silhouette sembrano infatti sospendere completamente l'identità grazie alla loro estetica dell'ambiguità. Mettendo in evidenza questa estetica dell'ambiguità e prendendo il modernismo transatlantico come quadro di ricerca generale, questo progetto di tesi indaga come l'adozione e la ricezione dell'ambiguo motivo visivo della silhouette abbia negoziato con le aspirazioni socio-politiche dell'epoca e abbia contribuito all'immaginazione e alla creazione di nuove identità individuali e collettive Afroamericane.
Bio:
Rosa Sancarlo è una storica dell'arte di origine italiana e di formazione internazionale. Sta svolgendo il suo dottorato di ricerca presso l'Università di Zurigo, dove è assistente alla ricerca e all'insegnamento della cattedra di arte moderna e contemporanea dell'Istituto storico-artistico. In precedenza, ha conseguito una laurea in Beni culturali presso l'Università di Trento e un master in Storia dell'arte presso l'Università Ludwig-Maximilians di Monaco. È stata ricercatrice in visita presso il Dipartimento di Arte e Archeologia dell'Università di Princeton e ha lavorato all'intersezione tra la ricerca storico-artistica e l'ambito museale a Vienna. La sua ricerca attuale esplora le espressioni artistiche nate dalle interazioni tra le comunità diasporiche africane, le loro culture e diversi contesti occidentali, attraverso il perseguimento di approcci de-colonizzanti, anti-discriminatori e autocritici. È attiva anche come curatrice indipendente ed è membro fondatore di CARAH - Collective for Anti-Racist Art History.
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